Con il decreto legge Cura Italia il governo ha messo sul campo misure per 25 miliardi di euro a sostegno di imprese e famiglie. ”Si tratta di un primo passo, ma non certo sufficiente per l’attuale necessità del settore immobiliare”. Lo afferma Fimaa, Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, che chiede una moratoria delle scadenze molto più ampia ed inclusiva, occorre rendere al più presto operative le misure per garantire liquidità alle imprese, tenendo conto dei tributi locali (Imu e Tasi) e dei tanti altri che non rientrano nelle attuali previsioni di sospensione. Anche le misure relative al credito d’imposta per botteghe e negozi, per Fimaa-Confcommercio, ”sono insufficienti. Infatti, per contenere gli effetti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria, ai soggetti esercenti attività d’impresa viene riconosciuto un credito d’imposta, utilizzabile solo in compensazione, nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, riferito al mese di marzo 2020, per immobili rientranti nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe)”.
Fimaa-Confcommercio afferma che un concreto sostegno potrebbe derivare dall’estensione dell’agevolazione in esame agli affitti da marzo a dicembre 2020. La misura, inoltre, dovrebbe comprendere un ampio elenco di immobili tra cui: uffici e studi privati, magazzini e locali di deposito, alberghi, pensioni, teatri, sale per concerti, spettacoli e simili, discoteche e fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale, grandi negozi, centri commerciali.