Comunicato stampa dell’1 febbraio di FIGISC Confcommercio, Faib e Fegica

Il Sottosegretario Bitonci convoca le organizzazioni dei gestori per affrontare la questione del credito d’imposta sui costi delle carte di pagamento elettroniche. 

“Congelata” la chiusura per sciopero del 6.2 delle pompe di benzina. Ove l’incontro non produca i risultati attesi, tutte le iniziative proclamate saranno attuate. 

Nella giornata di ieri  il Sottosegretario al MEF, On.le Bitonci, ha convocato le sigle sindacali dei gestori per il giorno 5 febbraio presso la sede ministeriale.

Lo rendono noto con un comunicato congiunto diffuso da Faib, Fegica e Figisc Confcommercio.

La convocazione – prosegue la nota sindacale – fa seguito alla proclamazione dello sciopero nazionale dei Gestori degli impianti di rifornimento carburanti, già previsto per la giornata di mercoledì 6 febbraio prossimo.

Come è stato già spiegato in precedenza, la chiusura era stata motivata da una serie di decisioni riconducibili al Ministero Economia e Finanze che hanno modificato sensibilmente gli impegni precedentemente assunti dal Governo volti a riconoscere il maggior aggravio, riconosciuto come ingiusto e non voluto, subito dai Gestori, in ragione dei costi collegati all’utilizzo delle carte di pagamento elettroniche per le transazioni sui carburanti, sul cui prezzo al pubblico pesa l’imposizione fiscale, come è noto, per una parte preponderante (oltre il 65 %).

Alla luce della convocazione, intendendo valorizzare l’iniziativa del Sottosegretario, Faib, Fegica e Figisc annunciano di avere “congelato” sia l’iniziativa di sciopero che l’avvio dell’altra protesta alla prima collegata – già programmata per l’1 febbraio – che avrebbe portato all’emissione della fattura elettronica solo per i rifornimenti carburanti pagati con bonifico anticipato o assegno circolare.

Si tratta – conclude il comunicato a tre sigle – di un’apertura di credito che la categoria offre al Sottosegretario, ma che naturalmente attende di essere corrisposta dalla definizione tangibile e formale delle soluzioni adatte a dare risposta a tutte le criticità già da tempo denunciate, già nell’incontro del 5 febbraio.

Ove ciò non avvenisse, tutte le iniziative proclamate ed al momento “congelate” non potrebbero che essere attuate.