Il 18 gennaio scorso la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge riguardante i così detti Home Restaurant. Si tratta della disciplina dell’attività di ristorazione a pagamento effettuata in un’abitazione privata da soggetti che spesso non hanno competenza specifiche nel campo della ristorazione, che si avvalgono dell’intermediazione di portali on line per mettere in contatto domanda e offerta di tale servizio.

La FIPE, Federazione nazionale dei Pubblici Esercizi, sottolinea i rischi economici, sociali e giuridici che la Sharing Economy (economia collaborativa o della condivisione) potrebbe comportare per i settori rappresentati e per i consumatori che utilizzano i servizi offerti. La Federazione ha quindi seguito, e continua a seguire, da vicino l’iter legislativo. Il testo approvato dalla Camera dei Deputati presenta degli aspetti per i quali è stata rilevante l’azione della FIPE, tra cui:

– la previsione di limiti quantitativi all’attività

– la previsione del possesso di requisiti morali per gli utenti cuochi

– la tracciabilità degli eventi e soprattutto dei pagamenti, che devono essere effettuati solo in forma elettronica

– una maggiore responsabilizzazione del gestore della piattaforma che ha dei precisi obblighi di informazione

– previsione di due decreti ministeriali per disciplinare gli aspetti dei controlli e della normativa igienico-sanitaria e prevenzione dell’alcolismo.

La Fipe pur volendosi adeguare e non rigettare nuove forme di ospitalità, resta comunque diffidente su sistemi poco controllati quali questo genere di attività di ristorazione in abitazione privata, spesso effettuata soltanto attraverso il passaparola, senza la minima tracciabilità e riconoscibilità. Caratteristiche queste ultime rigorosamente applicate dalla ristorazione tradizionale che danno garanzia di qualità e legalità.