A 35 anni dalla tragica scomparsa, ricordiamo con commozione e ammirazione il beato Rosario Angelo Livatino, magistrato integerrimo e martire della legalità, figlio della terra agrigentina. Nato a Canicattì il 3 ottobre 1952 e ucciso ad Agrigento il 21 settembre 1990, Livatino fu un uomo di profonda fede e incrollabile senso di giustizia.

Guidato da un dovere costituzionale ed evangelico nell’accertamento della verità, non si lasciò mai intimidire dalla violenza mafiosa che insanguinava le nostre comunità in quegli anni bui. Con scrupolo e serietà, siglava ogni suo scritto con l’acronimo SBT (Sub Tutela Dei), a testimonianza della sua dedizione a una giustizia retta e giusta.

Come lui stesso aveva profeticamente annotato: “Quando moriremo non ci chiederanno se siamo stati credenti, ma credibili”. Il giudice Livatino fu credibile fino all’ultimo, rimanendo in prima linea nella lotta contro i clan mafiosi, pagando con la vita la sua coerenza e il suo coraggio.

A distanza di 35 anni, la figura del beato Rosario Livatino continua a essere un faro per la società italiana, simbolo di rettitudine e di amore per la giustizia in una terra che lo ha visto crescere e operare, la terra agrigentina.

Nella terra di Agrigento, un uomo di giustizia divenne luce eterna.